Nanomateriali fotocatalitici e edilizia biologica: la nuova frontiera 2025
Nel 2025, i nanomateriali fotocatalitici si confermano tra le soluzioni più promettenti per la lotta all’inquinamento urbano e il miglioramento della qualità dell’aria. Ma la vera svolta è la loro integrazione nei sistemi costruttivi biologici e naturali, aprendo la strada a un’edilizia attiva, capace non solo di consumare meno risorse, ma anche di rigenerare l’ambiente circostante.
Fotocatalisi: come funziona
La fotocatalisi è un processo naturale che si attiva grazie alla luce (solare o LED) e sfrutta la presenza di un catalizzatore – solitamente il biossido di titanio (TiO₂) in forma nanometrica – per:
- Degradare sostanze inquinanti come NOₓ, VOC, PM10
- Inattivare agenti patogeni (virus, batteri, muffe)
- Autopulire le superfici da polveri e sostanze organiche
Nel 2025, i nanomateriali fotocatalitici sono incorporati in pitture, intonaci, rivestimenti, pavimentazioni e persino tessuti per interni, mantenendo le superfici pulite e attive nel tempo, senza rilascio di sostanze tossiche.
Integrazione con l’edilizia biologica
La novità più rilevante del 2025 è la crescente integrazione tra materiali fotocatalitici e componenti naturali: calce, argilla, silicati, fibre vegetali e pitture minerali. Questo approccio unisce:
- Prestazioni ambientali avanzate (autopulizia, purificazione dell’aria)
- Compatibilità con materiali naturali e traspiranti
- Assenza di VOC, biocidi e resine sintetiche
Alcuni esempi:
- Intonaci di calce fotocatalitici, compatibili con la bioedilizia, adatti al restauro storico
- Pitture minerali a base di silicato con additivi fotocatalitici naturali
- Blocchi in terra cruda trattati con nanotecnologie attive, per pareti respiranti e depuranti
Innovazioni tecnologiche 2025
- eCoating REair: trattamento trasparente fotocatalitico per interni ed esterni, applicabile su materiali naturali senza alterarne l’aspetto. Attivo con luce visibile.
- TX Active® in compositi green: il biossido di titanio fotocatalitico di Italcementi ora è incorporato in pavimentazioni drenanti e biocompatibili, come masselli in sabbia polimerica o calcestruzzo vegetale.
- Pitture biologiche con nano-TiO₂ modificato, privi di solventi e con certificazione EPD, ideali per ambienti sensibili (scuole, ospedali, case passive).
Impatti e benefici
Aspetto | Beneficio |
---|---|
Qualità dell’aria | Riduzione NOₓ, VOC, PM10 |
Salubrità degli ambienti | Eliminazione muffe, batteri, odori |
Sostenibilità dei materiali | Compatibilità con edilizia naturale e storica |
Manutenzione | Superfici autopulenti, durature, senza biocidi |
Verso un’edilizia “attiva” e rigenerativa
Nel paradigma dell’architettura rigenerativa, gli edifici non si limitano a ridurre l’impatto ambientale: partecipano attivamente alla bonifica dell’aria, dell’acqua e del suolo. I materiali fotocatalitici sono protagonisti di questo cambiamento, soprattutto quando integrati in sistemi costruttivi:
- a bassa energia grigia (terra cruda, canapa-calce)
- traspiranti e naturali
- privi di derivati petrolchimici
Conclusioni
I nanomateriali fotocatalitici nel 2025 non sono più solo una tecnologia da laboratorio o riservata ai grandi progetti urbani. Sono sempre più accessibili, versatili e compatibili con l’edilizia biologica, offrendo una risposta concreta alle sfide climatiche e sanitarie del nostro tempo.