Gli allevamenti biologici come risposta all’antibiotico-resistenza
L’antibiotico-resistenza è una minaccia silenziosa ma concreta alla salute globale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, se non si interviene in modo efficace, entro il 2050 potremmo contare oltre 10 milioni di morti all’anno causate da infezioni resistenti agli antibiotici. In questo scenario preoccupante, gli allevamenti biologici si profilano come un’alternativa sostenibile e strategica per contrastare il problema.
Cos’è l’antibiotico-resistenza?
L’antibiotico-resistenza si verifica quando i batteri sviluppano la capacità di resistere agli antibiotici utilizzati per ucciderli. Questo fenomeno è accelerato da un uso eccessivo e scorretto di antibiotici, non solo in ambito medico, ma anche, e soprattutto, nell’agricoltura intensiva e negli allevamenti convenzionali.
Negli allevamenti tradizionali, gli antibiotici sono spesso somministrati in modo preventivo — non per curare malattie, ma per prevenire infezioni in ambienti sovraffollati e insalubri. Questo uso sistemico favorisce l’emergere di batteri resistenti, che possono trasferirsi all’uomo attraverso la catena alimentare, l’ambiente o il contatto diretto.
Il modello biologico: più salute per tutti
Gli allevamenti biologici, regolati da norme europee rigorose, rappresentano un approccio completamente diverso:
- Niente antibiotici preventivi: gli animali possono ricevere antibiotici solo in caso di reale necessità e sotto controllo veterinario.
- Condizioni di vita più sane: gli animali hanno accesso all’aperto, spazio sufficiente e alimentazione biologica. Un ambiente più sano significa meno malattie e quindi meno bisogno di antibiotici.
- Controlli severi: la carne biologica è soggetta a tracciabilità e certificazione. Sono vietati OGM, promotori della crescita e trattamenti sistematici.
- Riduzione della pressione selettiva: minore uso di antibiotici = minore selezione di batteri resistenti.
Non solo una scelta etica, ma anche sanitaria
Scegliere carne biologica non è solo un atto di rispetto verso gli animali o l’ambiente. È anche una scelta di salute pubblica. Gli studi dimostrano che i prodotti da allevamenti biologici contengono meno residui farmacologici e trasmettono meno batteri resistenti rispetto a quelli convenzionali.
Cosa possiamo fare come consumatori?
- Sostenere l’allevamento biologico acquistando prodotti certificati.
- Evitare il consumo eccessivo di carne, privilegiando qualità alla quantità.
- Non assumere antibiotici senza prescrizione e seguire sempre le indicazioni mediche.
- Informarsi e sensibilizzare: la consapevolezza è la prima arma contro l’antibiotico-resistenza.
Situazione in Italia
L’Italia si conferma tra i Paesi europei più colpiti dall’AMR. Secondo l’ultimo rapporto dell’ECDC, ogni anno si registrano oltre 670.000 infezioni da batteri resistenti agli antibiotici in Europa, causando più di 35.000 decessi. Di questi, circa 12.000 avvengono in Italia, che detiene il primato europeo per mortalità legata all’antibiotico-resistenza. (sanita33.it, it.wikipedia.org)
Il Rapporto AIFA 2025 evidenzia un aumento della resistenza in alcuni ceppi batterici:(aifa.gov.it)
- Klebsiella pneumoniae mostra una resistenza alle cefalosporine di terza generazione in crescita dal 52,7% al 55,2% tra il 2018 e il 2023.(aifa.gov.it)
- Streptococcus pneumoniae ha visto la resistenza ai macrolidi salire dal 20,3% al 26,2% nello stesso periodo. (aifa.gov.it)
Conclusione
L’antibiotico-resistenza non è un problema distante o futuro. È già qui, e cresce ogni giorno. Ma abbiamo strumenti concreti per rallentarla, e uno di questi passa attraverso le nostre scelte alimentari. Gli allevamenti biologici, riducendo drasticamente l’uso di antibiotici, offrono un modello più sano, sicuro e sostenibile. Scegliere bio oggi significa difendere la salute di domani.